maggio 02, 2022

Madama Insonnia

Madama Insonnia
turpe stupro delle palpebre mie
domanda inevasa, negletta, di sonno e sogni
grave e avara mi concupisci, strega!
di cigni magri matrigna, il giorno fai un ignavo di me
e all'uso visigoto di lino nero mi avvolgi
per iniziarmi al tuo amaro rito

di giorno ti fai temere e la notte detestare
ché al crepuscolo si radunano li servi tuoi
corteo macabro, per condurmi al tuo cospetto
in vincoli, suonando flauti malevoli
verso lidi di mestizia e rimpianti
e sempre, ovunque, mi trovano quei demòni

e ivi, presso letti di malattia e martirio
con sinistri alambicchi e pazienza e perizia
maestosa al capezzale mio ti disponi
amante pietosa e devota
alché operosa distilli livore da' miei lombi
e non lasci la stana finché luce dentro non piombi

ma ritorni ancora, certezza notturna tremenda
ti corichi meco per un altro raccolto
e ripeti l'opra, non fai mai ammenda
generosa di quei semi i cui frutti già ieri mi hai tolto
e così per settimane mi affami e svuoti
finché, una sera, gli otri colmi
carezzandomi la testa, per paesi non noti
mi abbandoni dicendo "ora dormi."

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