Mi metto in ascolto
E con raucedine, l'antica vulva
vagabonda dello spazio profondo
Mi bisbiglia all'orecchio
belligerante
e ben vascolarizzata
Sussurra a me
Le sue manìe e i vaticini
È un suono dai molti barbigli
Argentino e di tenebra
Ma c'è dell'altro
Che non mi rivela
E per chi sa quale arcano motivo
mi lascia assistere, prima di finirmi
alla madre di tutti i Walpurgis
e in molte le vedo radunarsi
chiamate dai duri, oscuri tamburi della Dea
le femmine di questo morente mondo
intonare peana e preparasi a dare Battaglia
Si alza la radiazione cosmica di fondo
è il tempo del matriarcato marziale
strepito di milioni di vagine guerriere
rumore umido e per niente urbano
scalpiccìo di milioni di piedi tremendi
sulla terra nuda che palpita
pronta a ricevere sangue e fertilità
così finalmente mi scannano senza pietà.